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29 agosto 2011

Villa Pisani.

Per la sua maestosità e per la sua indubbia bellezza, la Reggia di Versailles (link 1) (link 2) impressionò molto la nobiltà europea che, adattando alcuni suoi dettagli a spazi infinitamente più piccoli (e a disponibilità economiche nemmeno lontanamente paragonabili a quella della monarchia francese), la prese a ispirazione e portò un po' di Versailles anche in Italia nell'edificazione di ville, rocche, residenze nobiliari e regge.

L'idea del "Grand Canal" di Versailles, il canale navigabile in cui si tenevano parate navali, spettacoli nautici e regate, si ritrova anche nelle naumachie che avevano luogo nelle peschiere di Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (link).
Nella Rocca Meli Lupi di Soragna, in provincia di Parma, di cui consiglio caldamente la visita perchè è molto bella ma sfortunatamente poco nota, la "Galleria dei Poeti" (link) ricorda la spettacolare Galleria degli Specchi di Versailles.
La Reggia di Caserta (link) fu voluta dai Borbone per dimostrare al Re Sole che anche i monarchi spagnoli potevano avere una residenza maestosa come Versailles.

Chiunque abbia visitato Versailles e abbia visto anche Villa Pisani (link 1) (link 2) a Stra, in provincia di Venezia, non può non aver notato la somiglianza - seppure in scala assai ridotta - fra il parco della reggia francese e quello della dimora patrizia sulla riviera del Brenta.
Camminando nella parte orientale del parco di Villa Pisani ci s'imbatte in scorci davvero straordinari.

Subito fuori dalla villa c'è il Labirinto, uno dei pochi ancora "vivi" in Italia e in Europa. Dopo aver camminato parecchio ed essere tornati spesso sui propri passi per aver scelto un sentiero cieco, si arriva al centro dei nove cerchi concentrici di bosso dove c'è la torretta belvedere, sormontata da una statua di Athena.
L'esultanza per aver raggiunto il centro del labirinto potrebbe spegnersi al pensiero della strada ancora da fare per uscirne, ma una provvidenziale guida che staziona sulla sommità della torretta può aiutare i novelli Teseo che si avventurano nel labirinto a guadagnare l'uscita, o anche il centro se proprio non ce la fanno a raggiungerlo.

Poco distante dal labirinto c'è l'Esedra, una struttura monumentale con sei lati concavi che si trova all'incrocio di sei viali e ne è il centro prospettico. Due di questi viali sono coperti da archi di Wisteria tanto da sembrare dei tunnel e in primavera è davvero piacevole camminare sotto una cascata di profumatissimi fiori azzurri e lilla.
Peccato che quattro anni fa, l'ultima volta che ho visitato Villa Pisani, non sia stato possibile salire sulla terrazza dell'Esedra e non so se fosse chiusa solo in quel periodo o se adesso non sia più accessibile; per fortuna lassù c'ero stato molti anni fa, quando era ancora fruibile.

Allontanandosi ancora un po' dalla villa in direzione delle scuderie e parallelamente alla lunga piscina, si arriva alla curiosa "Coffee House", luogo dove nelle calde estati i villeggianti potevano trovare refrigerio perchè costruita sulla sommità della collinetta artificiale che nasconde una delle ghiacciaie della villa; da una grata nel pavimento l'aria fresca della ghiacciaia saliva nella piccola costruzione dalle ampie vetrate panoramiche.
La seconda ghiacciaia si trova in fondo al parco, sul lato occidentale, ben nascosta all'ombra degli alberi e poco distante dalle scuderie.

Camminando ancora lungo i viali alberati si arriva all'Orangerie, che non ha certo la grandezza, la struttura ricercata e la bellezza di quella di Versailles, ma in estate il profumo delle zagare è un vero piacere per l'olfatto.

Ancora un po' di cammino e si arriva alle scuderie, che rispetto alla villa si trovano al lato opposto del parco e alla fine della piscina che lo attraversa. Da qui si può godere del bellissimo colpo d'occhio prospettico parco - piscina - villa.
Deliberatamente non ho parlato della villa e delle sue sale, perchè sono talmente belle che voglio lasciare a chi vorrà visitarle il piacere di scoprirle.

Segnalo da ultimo una "chicca", di solito negletta perchè troppo vicina a un monumento grandioso come Villa Pisani che la mette in ombra.
Si tratta di Villa Foscarini Rossi (link 1) (link 2), che si trova a poco più di 500 metri di strada dall'ingresso di Villa Pisani, in direzione di Stra.
Al di là della sua bellezza dal punto di vista architettonico, una visita a Villa Foscarini Rossi sarà molto apprezzata dalle signore (e da qualche maschio feticista...) perchè è sede del Museo della Scarpa e ospita una mostra permanente di scarpe femminili disegnate dai più grandi e noti stilisti.

Dopo la villa, bisogna senz'altro visitare la Foresteria (chiamata anche "Barchessa" e visibile nelle foto alle pagine indicate più sopra) che personalmente trovo perfino più interessante della villa stessa, il cui salone dalle ragguardevoli dimensioni - di fatto occupa per intero il piano terra - è decorato da pregevoli affreschi di Domenico de Bruni.
Io ci sono stato in un giorno feriale quando non c'era nessun altro e ho potuto soffermarmi senza alcuna fretta a osservarlo per bene. Era una caldissima giornata di luglio e nel salone l'aria era fresca e gradevole; un po' stanco per le camminate fatte in precedenza a Villa Pisani, mi sono seduto a terra al centro del salone e sono stato almeno mezz'ora a riposarmi osservando con calma ogni dettaglio degli affreschi trompe-l'œil alle pareti e quelli sul soffitto.

Una curiosità: al di sotto del salone ci sono le cantine e le antiche travi di legno che sorreggono il pavimento sono piuttosto lunghe a causa delle grandi dimensioni dell'ambiente; ebbene, quando qualcuno camminava attraverso il salone io, seduto a terra, potevo percepire le vibrazioni abbastanza intense del pavimento dovute alla flessione delle travi sottostanti. Devo dire che faceva un po' impressione sentire il pavimento vibrare sotto il peso di passi nemmeno troppo pesanti, ma forse è proprio questa flessibilità strutturale ad averci consegnato intatto dopo secoli un ambiente di siffatta bellezza.

Se le visite a Villa Pisani e Villa Foscarini Rossi dovessero aver stuzzicato l'appetito, ancora un po' di strada e si arriva a Stra, in Piazza Marconi 58: lì c'è l'Osteria del Baccalà (link) e il nome la dice lunga su ciò che si troverà nel menù.
Il locale è piccolo, accogliente e tranquillo, l'atmosfera è rustica e famigliare, il cibo (soprattutto il baccalà) è davvero ottimo e la famiglia che gestisce l'osteria è molto gentile e disponibile.


Villa Pisani vista dalle scuderie.
Fontana.
Villa Foscarini Rossi - Foresteria: particolare dell'affresco sulla parete est.
Villa Foscarini Rossi - Foresteria: particolare degli affreschi trompe-l'œil fra parete e soffitto.

Villa Foscarini Rossi - Foresteria: affresco del soffitto.

21 agosto 2011

"Se proprio devi odiarmi..."


Se proprio devi odiarmi...
di William Shakespeare.


Se proprio devi odiarmi
fallo ora,
ora che il mondo è intento
a contrastare ciò che faccio,
unisciti all'ostilità della fortuna,
piegami
non essere l'ultimo colpo
che arriva all'improvviso
Ah quando il mio cuore
avrà superato questa tristezza.
Non essere la retroguardia di un dolore ormai vinto
non far seguire ad una notte ventosa
un piovoso mattino
non far indugiare un rigetto già deciso.
Se vuoi lasciarmi
non lasciarmi per ultimo
quando altri dolori meschini
avran fatto il loro danno
ma vieni per primo
così che io assaggi fin dall'inizio
il peggio della forza del destino
e le altri dolenti note
che ora sembrano dolenti
smetteranno di esserlo
di fronte la tua perdita.


14 agosto 2011

"Perchè non parli?"

Pare che Michelangelo, soffermandosi ad ammirare la statua di Mosè che aveva appena finito di scolpire, abbia tirato una martellata sul ginocchio marmoreo gridando "Perchè non parli?", tanto la trovava realistica.
In effetti la scultura che avrebbe dovuto far parte della tomba di papa Giulio II nella basilica romana di San Pietro in Vincoli è davvero straordinaria e di un realismo quasi fotografico.


Certo, la scultura contemporanea è ben lontana sia dai canoni di quella classica, sia dalle vette di bellezza e perfezione toccate secoli addietro da scultori come Lorenzo Ghiberti, Donatello, Michelangelo, Giambologna, Andrea Sansovino e Cellini per arrivare fino ai famosissimi e candidi gruppi scultorei di Canova.

Eppure ai giorni nostri c'è chi crea sculture tanto inusuali e strane quanto affascinanti, nelle quali si può riconoscere una non comune dose di fantasia e la capacità - che si potrebbe definire genio - di vedere arte e bellezza anche nelle cose più comuni e difficilmente associabili all'arte (dei tubi di metallo), o in quelle più algide e apparentemente antitetiche all'arte a cui nessuno penserebbe mai, come la rappresentazione grafica tridimensionale di funzioni matematiche.
Ho detto "apparentemente antitetiche all'arte" nominando le funzioni matematiche perchè in realtà è risaputo che la matematica è indissolubilmente legata all'arte: basta citare per esempio la "Sezione Aurea" (link) e la "Successione di Fibonacci" (link), la prima applicata soprattutto alle arti figurative e all'architetura mentre la seconda si applica alle leggi della natura (la disposizione dei semi nei girasoli, ad esempio), alla musica e a un'infinità di campi dell'umano scibile, non ultima l'analisi tecnica finanziaria che su Finanza Online conosciamo bene per i "Ritracciamenti di Fibonacci" che tante gioie (e tanti dolori) ci danno.

Alcuni degli artisti di cui parlavo smentiscono anche l'idea comune che la scultura sia immobilità, creando sculture cinetiche che sfruttano l'energia del vento per muoversi con risultati quasi ipnotici che catturano lo sguardo e affascinano.

I filmati che seguono mostrano il "Singing, Ringing Tree" che non si muove ma emette suoni catturando il vento come se fosse un enorme flauto di Pan, una scultura mobile installata in America al DeCordova Museum Sculpture Garden di Lincoln, il "Perpetual Motion" che si trova nel porto di San Diego in California, una scultura cinetica di Mark White intitolata "Ripples 12", il "Double C" di cui non ho ulteriori notizie e infine la notevole scultura cinetica che si può vedere al BMW Museum di Monaco di Baviera: si tratta di 714 sfere metalliche pendenti dal soffitto attaccate a fili quasi invisibili che, come dicevo più sopra, vengono allungati o accorciati da un computer secondo delle funzioni matematiche in modo tale che, riproducendone il grafico tridimensionale, creino nell'aria profili di automobili e altre forme che offrono ai visitatori uno spettacolo sicuramente inusuale.

Siccome prima li ho citati, auguro un buon Ferragosto agli amici di Finanza Online così come a tutti coloro che mi leggono.











07 agosto 2011

"Suo cimitero da questa parte hanno con Epicuro tutti suoi seguaci, che l'anima col corpo morta fanno."

«Canto decimo, ove tratta del sesto cerchio de l'inferno e de la pena de li eretici, e in forma d'indovinare in persona di messer Farinata predice molte cose e di quelle che avvennero a Dante, e solve una questione.»

Nel decimo Canto dell'Inferno Dante e Virgilio arrivano al luogo in cui gli epicurei scontano la colpa di aver negato l'immortalità dell'anima con il contrappasso della condanna a giacere in avelli infuocati: morti fra i morti, stanno infatti in un cimitero.

Epicuro arrivò alla negazione dell'immortalità dell'anima - e a preferire la ricerca della felicità nella vita terrena piuttosto che in quella eterna - meditando sul rapporto fra il Male e la divinità.

  • La prima ipotesi di Epicuro afferma che "Dio non vuole il Male ma non può impedirlo": nella visione epicurea dunque Dio sarebbe il Bene ma non potendo impedire il Male sarebbe anche impotente contro di esso, il chè contraddirebbe l'onnipotenza divina.
  • La seconda ipotesi afferma che "Dio potrebbe impedire il Male ma non lo fa": Dio avrebbe dunque la possibilità d'impedire il Male ma non facendolo si rivelerebbe per certi versi malvagio, contraddicendo l'assunto che Dio è il Bene supremo.
  • La terza, infine, afferma che "Dio non può e non vuole impedire il male": Dio cioè sarebbe a un tempo sia malvagio che impotente contro il Male, contraddicendo amendue gli assunti sull'onnipotenza divina e sul suo essere il Bene supremo.
Da queste tre ipotesi Epicuro conclude che "Dio può e vuole impedire il Male, ma siccome il Male è così presente fra gli uomini allora è lecito pensare che Dio non s'interessi a loro, che non faccia nulla per sottrarli alla pratica del Male e di conseguenza per salvare la loro anima dalla pena eterna".

In altre parole, Dio è del tutto indifferente alle sorti degli uomini perchè troppo lontani dalla perfezione divina e se non si preoccupa più di tanto di agire attivamente per salvare le loro anime vorrà dire che l'anima stessa non esiste, o quantomeno non è immortale e quindi non è meritevole di essere preservata nella prospettiva della salvezza eterna.

Sarà, ma più che indifferente alle sorti degli uomini Dio sembra determinato a non lasciare impunita nessuna mancanza. Punisce anzi con gl'interessi, se arriva a fare scontare ai figli incolpevoli le colpe dei padri malvagi: si nasce con addosso il Peccato Originale e in diversi versetti della Bibbia (Esodo 20,5 - Esodo 34,7 - Numeri 14,18 e Deuteronomio 5,9) Dio afferma che punirà le colpe dei padri nei figli fino alla terza e quarta generazione.

In effetti è difficile per noi umani (o almeno lo è per me...) capire come si possano conciliare l'onnipotenza e la bontà divina con la presenza del Male, in qualsiasi declinazione esso si manifesti: male commesso dagli uomini su altri uomini inermi - o peggio sui bambini - o morte e distruzione causate da eventi naturali.
Non mi spiego come mai persone innocenti - ma anche e soprattutto gl'innocenti per definizione, cioè i bambini - siano così di frequente condannati a patire sofferenze disumane che possono arrivare alla morte senza che ci sia un intervento superiore a risparmiargliele.

Ne ho parlato anche qualche mese fa in occasione del terremoto e dello tsunami che hanno portato l'apocalisse in Giappone, una prima volta nell'intervento intitolato "Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare." e subito dopo in "Se la fede è un dono, grazie a Dio io non l'ho avuto."

Ammetto che la mia difficoltà a capire sia un limite dovuto al mio essere agnostico; immagino che chi ha una fede possa spiegare la coesistenza del male con l'onnipotenza e la bontà divina, se non altro perchè la fede può spiegare qualsiasi cosa anche in assenza una risposta plausibile con il noto "Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare!".