Se c'è una cosa che sopporto poco e male è la retorica onfalocentrica, autoincensatoria e autoassolutoria che si riassume con la locuzione "Italiani, brava gente".
Questo luogo comune fa regolarmente capolino nei discorsi dei più prevenuti fra gl'italiani (sempre che tali si sentano... perchè molti di loro affermano di appartenere a una fantomatica nazione che ha sulla bandiera lo stesso disegno delle tigelle e della quale fino a 25 anni fa nessuno sapeva nulla, nemmeno che esistesse) quando parlano degli stranieri in Italia e tirano fuori la litania degl'italiani emigrati all'estero i quali - al contrario di quanto fanno gl'immigrati in Italia che secondo loro tendono a essere tutti delinquenti - sono tutti gran lavoratori, onesti, rispettati e benvoluti dai popoli che li ospitano.
Come se negli ultimi 150 anni non avessimo "esportato" in tutto il mondo, oltre a milioni di uomini e donne desiderosi di rifarsi una vita onesta lontano dal patrio suolo, anche un elevatissimo numero di delinquenti, mafiosi, faccendieri, assassini, terroristi e altre belle personcine di questa fatta.
Come se negli ultimi 150 anni non avessimo "esportato" in tutto il mondo, oltre a milioni di uomini e donne desiderosi di rifarsi una vita onesta lontano dal patrio suolo, anche un elevatissimo numero di delinquenti, mafiosi, faccendieri, assassini, terroristi e altre belle personcine di questa fatta.
Sarà, ma dalla mia personale esperienza all'estero non posso dire che noi italiani si abbia quella gran reputazione... semmai è vero il contrario: tempo addietro, a Londra, mentre mi trovavo in un negozio insieme a un amico sentii distintamente uno dei commessi (che ci aveva "identificati" per averci sentito parlare italiano, ancorchè sottovoce) sibilare a un suo collega: "Mind those guys, they're italians" cioè "Fai attenzione a quei due, sono italiani".
Quella frase mi colpì come una staffilata e fu per me altrettanto dolorosa, eppure è questa l'idea che all'estero hanno di noi: un popolo chiassoso, insofferente alle regole, che ha bisogno di almeno un metro di spazio tutt'intorno per poter gesticolare liberamente e tendenzialmente disonesto, dunque da tenere d'occhio quando entra in un negozio perchè - si sa - l'occasione fa l'uomo ladro e gl'italiani le occasioni le trovano anche dove non ci sono.
Chiunque abbia passato un po' di tempo all'estero - per lavoro o per vacanze - questo pregiudizio antitaliano lo ha quasi sicuramente vissuto sulla propria pelle; si spera dunque che non commetta lo stesso errore facendo di ogni erba un fascio e trattando tutti gli stranieri in Italia col medesimo pregiudizio, senza distinguere il grano dal loglio.
Chi invece non ha mai messo il naso fuori dalla sua città - al massimo dalla sua regione o da quelle confinanti - è sinceramente convinto che noi siamo i migliori e che il mondo intero sia lì ad aspettare la venuta di un italiano da venerare e a cui ispirarsi.
Per questi ultimi ho trovato su Youtube due filmati di animazione di Bruno Bozzetto che con molta ironia mettono in evidenza i principali difetti di noi italiani, quelli per cui all'estero ci facciamo riconoscere senza possibilità di errore e che in nazioni con maggior senso civico (o semplicemente con più educazione) proprio non ci perdonano.
Un terzo filmato mette alla berlina alcune nostre pessime abitudini e altri atteggiamenti di cui spesso nemmeno ci rendiamo conto.
Facciamoci quattro risate guardandoli, ma soprattutto facciamoci un bell'esame di coscienza: siamo davvero sicuri di essere i migliori? Possibile che tutti gli altri popoli siano feccia?
Quanti atteggiamenti e quante azioni fra quelle evidenziate nei filmati che seguono ci appartengono - magari inconsciamente - e di quando in quando riaffiorano senza che ce ne rendiamo conto?
Quanti atteggiamenti e quante azioni fra quelle evidenziate nei filmati che seguono ci appartengono - magari inconsciamente - e di quando in quando riaffiorano senza che ce ne rendiamo conto?
Non sarebbe il caso di fare il possibile per evitarli e diventare dei cittadini (del mondo) migliori?