Spero che nessuno fra chi legge s'offenderà se oggi mi prenderò la libertà di esercitarmi nella figura retorica dell'invettiva, parlando della classe politica per arrivare all'Accademia della Crusca.
Sia chiaro da subito che tale invettiva non è rivolta a una specifica parte politica: la rivolgo a tutti quei politici che, per come si esprimono, è lecito e doveroso definire "ignoranti".
Quando sento un parlamentare - o peggio un ministro - commettere certi errori di grammatica, vorrei potergli dire ciò che penso della sua professionalità e della sua autorevolezza.
Si, perchè spesso a commettere errori imperdonabili sono le medesime persone che menano vanto di essere state "prestate alla politica", come se il governo di un Paese e la promozione dei cittadini fossero qualcosa che chiunque può improvvisare con leggerezza o a cui ci si può dedicare anche a tempo perso e senza avere alcuna formazione specifica.
Come se ammettere di essere del tutto incompetenti ma nonostante ciò svolgere ugualmente - da incompetenti - un lavoro d'importanza capitale per la nazione, fosse qualcosa di cui essere fieri.
Personalmente non andrò mai a farmi sistemare i capelli da qualcuno che, dopo aver fatto il tipografo per tutta la vita, di punto in bianco e senza aver mai prima di allora preso in mano pettini e forbici abbia deciso di aprire un salone di parrucchiere.
Né sceglierò mai come commercialista una persona che fino al giorno prima abbia fatto il salumiere.
Né andrò mai a cena in un ristorante il cui cuoco stia ai fornelli solo da poche settimane perchè in precedenza era un fioraio.
Né mi farei mai confezionare una giacca da un barista prestato alla sartoria... anche se fosse bravissimo come barista.
Eppure, senza esitazione alcuna mandiamo in Parlamento dei grandi lavoratori (che siano bravi artigiani, impiegati efficienti o lungimiranti capitani d'industria poco importa) i quali però sfortunatamente sono dei perfetti incompetenti nell'alto compito di governare un Paese e definire il futuro della nazione.
Ci sono politici di rango preminente che, scagliandosi contro quelli che chiamano "i professionisti della politica", si piccano di aver sempre badato solo a lavorare sodo e di essersi costruiti una solidissima posizione sociale oltre che economica, mentre degli avversari che hanno fatto la carriera politica dicono che «... nella loro vita non hanno mai prodotto nulla se non chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere!».
Il bello è che non colgono l'assurdità di tale accusa: che altro dovrebbe fare un parlamentare, cioè un professionista della politica mandato a rappresentare in Parlamento i suoi elettori, se non parlare?
Quello è il suo lavoro: governare il Paese attraverso leggi e regole che vanno decise con la dialettica e il confronto fra le parti che siedono in Parlamento. Dire che l'eloquenza è lo strumento di lavoro di un politico è perfino tautologico.
La politica È parola, la democrazia È parola! E dove non c'è un Parlamento in cui gli eletti dai cittadini possano parlare liberamente, non c'è la democrazia ma c'è quasi senza eccezioni il suo contrario: una dittatura.
Un discorso a parte meriterebbero poi quelle locuzioni tanto colorite quanto assurde - ma che evidentemente fanno presa sugli elettori - che i politici amano ripetere a mo' di tormentoni ritenendole evocative di chissà cosa e che in breve tempo diventano degli slogan veri e propri: nessuno chef che aspiri a scalzare Massimo Bottura o Ferran Adrià dalla guida Michelin per prenderne il posto si azzarderebbe mai a definire la loro una "cucina cucinante" né un estroso pittore emergente accuserebbe mai i grandi maestri di fare una "pittura pitturante", né si sentirà mai un attor giovane talentuoso e di belle speranze definire quello dei mostri sacri del palcoscenico un "teatro teatrante", eppure vi sono politici che definiscono l'attività dei loro avversari "politica politicante"... e ammetto che capire cosa s'intenda con questa fumosa locuzione è cosa che si pone al di là delle mie capacità perchè ancora non ci sono riuscito.
L'oratoria, che non a caso viene spesso definita un'arte, non si può improvvisare: per diventare oratori efficaci occorre un lungo studio prima e una lunghissima pratica poi. La base dell'arte oratoria non può che essere un'ottima conoscenza della lingua.
Ora, capisco che si possa far bene il proprio lavoro di politico anche senza guardare troppo alla forma, ma in determinate situazioni la forma diventa essa stessa sostanza: quando nel 2008 sentii un'intervista al Ministro della Cultura che al Festival del Cinema di Cannes rispondendo al giornalista che gli chiedeva cosa ne pensasse del film italiano in concorso disse, testuali parole, «Penso che questo film è un successo per il cinema italiano», mi sono cadute le braccia... ma basta seguire un qualsiasi programma televisivo di approfondimento politico per rendersi conto del fatto che moltissimi parlamentari commettono, nel parlare, un numero spropositato di errori grammaticali che a uno studente di 11~12 anni costerebbe la promozione.
Stando così le cose, la missione dell'Accademia della Crusca è assai ardua e forse destinata al fallimento, se la nostra bella lingua viene maltrattata a tal segno anche da chi, in virtù dell'ufficio che ricopre, su questo fronte dovrebbe essere irreprensibile .
In una situazione ideale l'Accademia avrebbe grande visibilità e verrebbe fatta conoscere agli studenti fin dalla scuola secondaria di primo grado affinchè potessero appassionarsi alla lingua italiana anzichè accontentarsi (e spesso vantarsi ostentandolo...) del lessico limitato che li caratterizza... xò i danni ke stà facendo la skrittura takigrafika li vedremo sl fra qlk anno, xkè già adesso le nuove generazioni si esprimono sempre d + kosì e fra nn molto nn sapranno + skrivere se nn in qst modo.
Ma le situazioni ideali raramente sono di questo mondo... quindi l'Accademia rimane ignota ai più.
Ed è un vero peccato, perchè la nostra lingua meriterebbe di essere conosciuta e parlata molto meglio, con una maggior varietà lessicale e rispettandone le regole. Soprattutto da chi dovrebbe essere di esempio.
Questo è l'indirizzo del sito web dell'Accademia della Crusca:
http://www.accademiadellacrusca.it/index.php