È uno dei miei "libri della vita", anche se sembra un ossimoro definire "libro della vita" una raccolta di epitaffi e di racconti in cui i morti stessi ci parlano delle loro vite e di come le hanno perdute.
I trapassati di Spoon River raccontano le loro storie dall'alto dai loro avelli nel cimitero sulla collina vicina al paese e, insieme a storie di vite travagliate e drammatiche, ogni tanto ci sono anche parole di speranza. Una delle poesie che ho segnato nell'indice (e che per la verità è più simile a un elenco telefonico non ordinato alfabeticamente, dal momento che i titoli delle poesie sono i nomi dei trapassati che ci parlano...) per trovarla più facilmente è
di Edgar Lee Masters
Dippold, l'Ottico
Che cosa vedete adesso?
Globi di rosso, giallo, porpora.
Un momento! E adesso?
Mio padre e mia madre e le mie sorelle
Sì. E adesso?
Cavalieri in armi, belle donne, visi gentili.
Provate questa.
Un campo di grano - una città.
Benissimo! E adesso?
Una donna giovane e angeli chini su di lei.
Una lente più forte! E adesso?
Molte donne dagli occhi vivi e labbra schiuse.
Provate queste.
Soltanto un bicchiere sul tavolo.
Oh, capisco! Provate questa lente!
Soltanto uno spazio vuoto, non vedo nulla in particolare.
Bene, adesso!
Pini, un lago, un cielo d'estate.
Questa va meglio. E adesso?
Un libro.
Leggetemi una pagina.
Non posso. Gli occhi mi sfuggono al di là della pagina.
Provate questa lente.
Abissi d'aria.
Ottima! E adesso?
Luce, soltanto luce che trasforma il mondo in un giocattolo.
Benissimo, faremo gli occhiali così.
0 commenti:
Posta un commento
I commenti saranno subito visibili, ma mi riservo il diritto di cancellare quelli che giudicherò irrispettosi, offensivi per chicchessia e quelli scritti con un linguaggio sboccato.
Grazie per aver visitato questo blog.
Prylar.